Pochi artisti , come Saporetti, hanno sentito nella loro vita , il senso dell’avventuroso e il bisogno di esprimere, attraverso le forme e le maniere dell’arte, le ragioni di una liberta’ in contrapposizione al ritmo organizzativo dell’irrequieto tempo che noi viviamo.

Saporetti ha frugato con instancabile curiosita’ nelle anatomie delle citta’, e da questa ricerca e’ emerso l’uomo antimassa,  l’uomo malato di vivere, l’uomo che non puo sfuggire agli esseri umani.

La curiosita’ di Saporetti e’ un effetto psicologico e l’eliminazione estetica che traspare dalle opere e’ un vero e proprio stato d’esaltazione ispirato dalla vita.

Nato a Ravenna, Saporetti vive la sua esistenza attraverso innumeri contatti con una umanita’ varia, cosmopolita ed internazionale.

I trascorsi politici del padre, che da autentico romagnolo era antifascista, lo allontanano dalla citta’ natale sin dall’eta’ di quattordici anni per trapiantarlo a Parigi.

Dopo aver frequentato la scuola Beaux Arts e L’Academie Julien, con profitto, Saporetti inizia le sue personali esperienze di pittore. Dotato di grande comnunicativa, di carattere indipendente, e di spirito originale non conformista. Saporetti nojn si mischia nelle febbrili attivita’ di gruppo degli artisti, ma si limita a frequentarli, unicamente per quell’interesse umano che e’ la sua fondamentale caratteristica. Solo piu’ tardi a New York si unira’ al gruppo Scuola di New York.

Dagli anni trenta ai quaranta, Saporetti viene invitato in varie mostre collettive.Dopo tante indecisioni, viene inaugurata a Parigi, nell’anno 1939, alla Galleria De Berri, la sua prima personale, presentata da Filippo De Pisis.

Saporetti, lontano dalla sua terra, allarga continuamente i suoi interessi culturali. Buona parte della sua arte immaginativa e’ basata sulle figurazioni della storia e dell’allegoria.

“Io non sono un classico, amo anche il mondo degli ubbriachi, dei matti e dei diseredati.”

Nel 1940 Saporetti sposa Anne, una valente pittrice americana. Nello stesso anno si trasceriscono a New York. Dalla loro felice unione nascera’ la figlia Medea.

Dagli anni quaranta ai sessanta, Saporetti vive in America. Il contatto con New York, per l’immensa quantita’ di esperienza che gli offre, elettrizza Saporetti. Inizia le sue peregrinazioni, i suoi contatti, le sue passeggiate in una citta’ che offre quanto di piu’ misto e colorato esista al mondo.

Vive nel famoso triangolo bruciato del Greenwich Village e diviene uno degli animatori della nuova pittura americana. Egli e’ uno dei piu’ grossi polemisti contro l’organizzazione di massa e la standardizzazione delle idee. Inizia a viaggiare , dall’Arizona passa al Messico, si spinge nel New England e a Chicago, si trasferisce, per breve tempo , a Boston e poi di nuovo a New York. Il ritmo frenetico della vita americana entra prepotentemente, come materia viva, nei suoi quadri.

Nel 1961, l’artista decide di ritornare in Patria. Si stabilisce a Casoli,dove rimarra’ fino alla sua morte nel 1974, in cima ad una montagna , e vive tra gli ulivi in una casa isolata, praticando la filosofia Zen, in un ambiente quasi magico, al di fuori del tempo. Egli traduce sulla tela tutta la materia accumulata nella sua eccitante vita d’artista e trasfonde nella suo nuova opera un senso di pace e di sereno.

 

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